Notes from books
lunedì 13 dicembre 2021
Prefazione stupenda
Nuovo libro, nuovi pensieri.
giovedì 26 agosto 2021
Con chi vale la pena ragionar?
La norma da seguire in casi come questo è di pretendere non che l'avversario riconosca che qualcosa o è o non è (giacché egli obbietterebbe subito che in questo modo si presuppone proprio ciò che deve essere dimostrato), ma che dia un significato, alle parole che pronuncia, e per sé e per gli altri: di ciò non può fare a meno, sempreché voglia dire qualcosa(19). Se questo non è concesso, non sarà nemmeno possibile intavolare alcun discorso con costui, né a lui sarà possibile discorrere tra sé e sé e con altri; ma se quella concessione è fatta, la dimostrazione è allora possibile: ci sarà già qualcosa, infatti, che viene determinato(20). E la colpa non è di chi dimostra, ma di chi è costretto ad accettare [le conseguenze di ciò che egli stesso concede]; accade infatti che volendo distruggere la ragione è costretto ad accettarla.//
(19)Perché si sviluppi la dimostrazione per confutazione è necessario e sufficiente che l'avversario del principio dica qualcosa e che ciò che dice abbia significato. Non è affatto necessario che riconosca «che qualcosa è o non è», perché in questo modo si troverebbe ad avere già accettato il principio stesso che egli invece intende esplicitamente negare.
(20)Il significato delle parole usate dall'avversario del principio deve distinguersi, se vuole avere un senso determinato, da ciò che esso non è: sì che di esso non si potrà dire, insieme, che è ciò che è, e che non è ciò che è. In questo modo, come Aristotele dirà subito di seguito, il dimostrante non ha dimostrato alcunché, ma ha solo difeso il principio, mostrando che anche chi avanza la pretesa di negarlo, deve accettarlo (proprio per riuscire a negarlo).
"Un significato molto più profondo che mi é spuntato per la mente mentre leggevo questo passaggio é che molto spesso durante la nostra vita, ci troviamo ad avere a che fare con problemi, storie e cose che non ci riguardano, e non meritano la nostra attenzione, ma nonostante ciò, molti di noi sprecano energie per parlarne, lamentarsene, girare lo sguardo per osservare, rispondere alle provocazioni di persone insignificanti a noi, rispondere a maleducati attraverso social network. Incuriosirsi e acculturarsi sono una cosa, prestare attenzione e concentrarsi su scemenze è una perdita di tempo. Ognuno vuole fare quello che ritiene più giusto, ma dovrebbe farlo nel rispetto della volontà altrui, e molto spesso ciò non accade."
mercoledì 11 agosto 2021
L'allegoria della cava di Platone
Immaginate delle persone che fin dalla nascita sono state costrette a guardare davanti a loro, legate in questa caverna buia e profonda, con una apertura larga quanto la caverna stessa, e davanti a questa apertura passano le persone, e oggetti e animali, che proiettano la loro ombra sulla parete che gli uomini legati possono fissare.
"Credi che tali persone possano vedere, anzitutto di sé e dei compagni, altro se non le ombre proiettate dal fuoco sulla parete della caverna che sta loro di fronte? -E come possono, replicò, se sono costretti a tenere immobile il capo per tutta la vita?- E per gli oggetti trasportati non è lo stesso?- Sicuramente. -Se quei prigionieri potessero conversare tra loro, non credi che penserebbero di chiamare oggetti reali le loro visioni? - Per forza.- E se la prigione avesse pure un'eco dalla parete di fronte? Ogni volta che uno dei passanti facesse sentire la sua voce, credi che la giudicherebbero diversa da quella dell'ombra che passa?"
"Ammetti che capitasse loro naturalmente un caso come questo: che uno fosse sciolto, costretto improvvisamente ad alzarsi, a girare attorno il capo, a camminare e levare lo sguardo alla luce; e che così facendo provasse dolore e il barbaglio lo rendesse incapace di scorgere quegli oggetti di cui prima vedeva le ombre. Che cosa credi che risponderebbe, se gli si dicesse che prima vedeva vacuità prive di senso, ma che ora, essendo più vicino a ciò che è ed essendo rivolto verso oggetti aventi più essere, può vedere meglio? e se, mostrandogli anche ciascuno degli oggetti che passano, gli si domandasse e lo si costringesse a rispondere che cosa è? Non credi che rimarrebbe dubbioso e giudicherebbe più vere le cose che vedeva prima di quelle che gli fossero mostrate adesso? -Certo, rispose. -E se lo si costringesse a guardare la luce stessa, non sentirebbe male agli occhi e non fuggirebbe volgendosi verso gli oggetti di cui può sostenere la vista? e non li giudicherebbe realmente più chiari di quelli che gli fossero mostrati? -È così, rispose. -Se poi, continuai, lo si trascinasse via di lì a forza, su per l'ascesa scabra ed erta, e non lo si lasciasse prima di averlo tratto alla luce del sole, non ne soffrirebbe e non s'irriterebbe di essere trascinato? E, giunto alla luce, essendo i suoi occhi abbagliati, non potrebbe vedere nemmeno una delle cose che ora sono dette vere. - Non potrebbe, certo, rispose, almeno all'improvviso. -Dovrebbe, credo, abituarvisi, se vuole vedere il mondo superiore. E prima osserverà, molto facilmente, le ombre e poi le immagini degli esseri umani e degli altri oggetti nei loro riflessi nell'acqua, e infine gli oggetti stessi; da questi poi, volgendo lo sguardo alla luce delle stelle e della luna, potrà contemplare di notte i corpi celesti e il cielo stesso più facilmente che durante il giorno il sole e la luce del sole."
"Rifletti ora anche su quest'altro punto, feci io. Se il nostro uomo ridiscendesse e si rimettesse a sedere sul medesimo sedile, non avrebbe gli occhi pieni di tenebra, venendo all'improvviso dal sole?- Sì, certo, rispose.- E se dovesse discernere nuovamente quelle ombre e contendere con coloro che sono rimasti sempre prigionieri, nel periodo in cui ha la vista offuscata, prima che gli occhi tornino allo stato normale? e se questo periodo in cui rifà l'abitudine fosse piuttosto lungo? Non sarebbe egli allora oggetto di riso? e non si direbbe di lui che dalla sua ascesa torna con gli occhi rovinati e che non vale neppure la pena di tentare di andar su? E chi prendesse a sciogliere e a condurre su quei prigionieri forse che non l'ucciderebbero, se potessero averlo tra le mani e ammazzarlo? -Certamente, rispose."
